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Lo scarso interesse del padre non basta a escludere la bigenitorialità: la Cassazione fa chiarezza

  • Immagine del redattore: Antonio Cirillo
    Antonio Cirillo
  • 11 set
  • Tempo di lettura: 1 min
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La bigenitorialità resta la regola. Con la sentenza n. 24876/2025 la Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale per l’affidamento dei minori: la scarsa iniziativa di un padre non giustifica da sola l’affido esclusivo o super esclusivo alla madre.

Il caso: affido super esclusivo disposto e poi annullato

Una coppia di ex conviventi, rientrata dagli Stati Uniti in Italia, era in conflitto sulla gestione della figlia.

  • Il Tribunale di Firenze aveva concesso alla madre un affido super esclusivo, riducendo i contatti del padre a incontri sporadici, spesso mediati dai servizi sociali.

  • La Corte d’Appello aveva confermato, ritenendo sufficienti le assenze e la scarsa propensione del padre.

La Cassazione ribalta la decisione

La Suprema Corte ha annullato le pronunce precedenti, richiamando gli articoli 337-ter e 337-quater c.c.:

  • il minore ha diritto a rapporti stabili ed equilibrati con entrambi i genitori;

  • l’affido esclusivo o super esclusivo è misura eccezionale, da motivare con prove concrete di comportamenti gravemente pregiudizievoli.

In sostanza, non basta una generica conflittualità né la scarsa iniziativa del padre: occorre dimostrare un reale pregiudizio per il minore.

Perché questa sentenza è importante

Questa pronuncia segna un punto fermo per avvocati e genitori:

  • tutela il diritto dei figli alla presenza di entrambi i genitori;

  • evita automatismi che escludano un genitore per mere difficoltà caratteriali o organizzative.

«La bigenitorialità è la regola, l’affido esclusivo l’eccezione»: un principio che i giudici di merito dovranno considerare attentamente.

Cass. civ., Sez. I, sentenza 9 settembre 2025, n. 24876


 
 
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