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Cassazione 24053/2025: la P.A. è responsabile dei ritardi nello sfratto. Una tutela concreta per i proprietari

  • Immagine del redattore: Antonio Cirillo
    Antonio Cirillo
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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L’ordinanza n. 24053/2025 della Cassazione rappresenta un punto di svolta in un tema che negli ultimi anni ha assunto dimensioni allarmanti: la mancata esecuzione degli sfratti, anche in presenza di provvedimenti giudiziari chiari e immediatamente esecutivi.Un fenomeno che ha lasciato centinaia di proprietari in tutta Italia senza possesso dei propri immobili, senza tutela e spesso senza alcuna prospettiva di tempi certi.

Con questa decisione, la Suprema Corte afferma con forza un principio essenziale: l’obbligo della Pubblica Amministrazione di eseguire gli ordini del giudice è assoluto e non ammette discrezionalità.Non si tratta di un dettaglio tecnico, ma di un’affermazione che restituisce dignità, sicurezza giuridica e valore a chi possiede un immobile e ne viene illegittimamente privato.

Il caso concreto

Il procedimento nasce da un capannone industriale occupato abusivamente da circa trenta persone. Dieci accessi dell’Ufficiale giudiziario nell’arco di quattro anni, tutti rinviati per ragioni sempre diverse: assenza del medico, problemi di ordine pubblico, impossibilità per il Comune di trovare una sistemazione ai soggetti fragili.

Nel frattempo, la proprietaria non poteva utilizzare, ristrutturare né cedere l’immobile. Un vero limbo giuridico ed economico.

Il principio ribadito dalla Cassazione

La Corte è inequivoca:

  • L’obbligo di dare esecuzione ai provvedimenti giudiziari è incondizionato.

  • Il ritardo oltre il tempo ragionevole configura responsabilità risarcitoria della P.A., senza necessità di provare dolo o colpa.

  • La forza maggiore è un’eccezione estrema, non un raccoglitore di criticità organizzative o difficoltà amministrative.

In altre parole: non si può scaricare sul proprietario la carenza di strutture, personale o assistenza sociale.

Danno “in re ipsa”

La Cassazione conferma un orientamento ormai consolidato:la perdita di utilità economica del bene occupato deriva automaticamente dall’occupazione, senza bisogno di dimostrare specifiche occasioni mancate.Il danno, quindi, può essere liquidato equitativamente.

Perché questa decisione è importante

Questa ordinanza ha un impatto pratico notevole:

  • rafforza la tutela del proprietario contro le occupazioni senza titolo;

  • responsabilizza la P.A., che non può più rinviare indefinitamente lo sgombero;

  • riafferma il ruolo del giudice come garante della legalità effettiva;

  • offre un precedente potente per future richieste risarcitorie.

È un segnale atteso da tempo: lo Stato non può essere il primo a disapplicare le decisioni dei suoi giudici.

Conclusione

L’ordinanza 24053/2025 rappresenta una vittoria di principio e di sostanza.Rimette al centro il diritto di proprietà, chiarisce i limiti della P.A. e riconosce che l’emergenza abitativa non può trasformarsi in un peso unilaterale a carico dei privati.

Un passo avanti verso una tutela realmente effettiva.

 
 
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