Diritto di Prelazione e Riscatto Agrario: Principi e Novità Legislative
- Antonio Cirillo
- 28 ago 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Il diritto di prelazione e il riscatto agrario sono istituti giuridici fondamentali nel panorama agricolo italiano, pensati per proteggere i coltivatori diretti e garantire la continuità delle attività agricole. Recenti modifiche legislative, introdotte con il Decreto Aiuti del 2022 e altre normative, hanno aggiornato queste tutele per favorire l’accesso alla terra da parte dei giovani agricoltori e semplificare le procedure di gestione dei terreni agricoli.
1. Il Diritto di Prelazione Agraria
Il diritto di prelazione agraria consente al coltivatore diretto di acquistare un fondo agricolo che il proprietario intende vendere, alle stesse condizioni offerte dal terzo acquirente. Questo diritto è previsto principalmente dalla legge 26 maggio 1965, n. 590, ed è finalizzato a garantire che i terreni agricoli restino nelle mani di chi li lavora direttamente.
a) Novità Introdotte dal Decreto Aiuti del 2022
Il Decreto Legge n. 21 del 2022, noto come Decreto Aiuti, ha introdotto una modifica significativa all'art. 14 della legge n. 590 del 1965. Con l’art. 20 bis, è stato stabilito che il diritto di prelazione del proprietario coltivatore confinante viene escluso quando il fondo agricolo è acquistato da un giovane agricoltore (di età inferiore ai 40 anni) tramite finanziamenti bancari garantiti dall’ISMEA, ai sensi dell’art. 17, comma 2, del D.lgs. n. 102/2004. Questa modifica mira a incentivare l’ingresso dei giovani nel settore agricolo, semplificando il loro accesso alla proprietà fondiaria.
b) Procedura di Esercizio della Prelazione
Quando un proprietario decide di vendere un fondo agricolo, deve notificare la proposta di vendita ai coltivatori diretti aventi diritto alla prelazione. Questi ultimi hanno 30 giorni per esercitare il diritto di prelazione, accettando le condizioni proposte. Se il diritto non viene esercitato, il proprietario è libero di concludere la vendita con il terzo acquirente alle stesse condizioni.
2. Il Diritto di Riscatto Agrario
Il diritto di riscatto agrario è un diritto che il coltivatore diretto può esercitare nel caso in cui un fondo agricolo sia stato venduto a un terzo senza che gli sia stata data la possibilità di esercitare la prelazione. Il riscatto consente al coltivatore di sostituirsi all'acquirente e acquisire il fondo alle stesse condizioni stabilite nel contratto di vendita.
a) Termini per l’Esercizio del Riscatto
Il riscatto deve essere esercitato entro un anno dalla trascrizione del contratto di compravendita. Il coltivatore diretto deve notificare la propria intenzione di esercitare il riscatto al venditore e all'acquirente, e se accettato, il fondo viene trasferito al coltivatore, annullando la vendita originaria.
b) Modifiche al Termine per il Pagamento
Con il D.L. n. 34 del 2020, convertito in legge n. 77 del 2020, è stato modificato il termine per il pagamento del prezzo in seguito all’esercizio del diritto di prelazione da parte dell’affittuario coltivatore diretto. Il termine è stato esteso da tre a sei mesi, applicabile anche ai giudizi pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione. Questo prolungamento offre maggiore flessibilità ai coltivatori diretti, consentendo loro di reperire le risorse necessarie per finalizzare l’acquisto.
3. Conclusioni
Il diritto di prelazione e il riscatto agrario sono strumenti vitali per la protezione dei coltivatori diretti e la promozione di un’agricoltura sostenibile in Italia. Le recenti modifiche legislative, che incentivano l’ingresso dei giovani nel settore e semplificano le procedure di assegnazione dei terreni, riflettono la necessità di rinnovamento generazionale e la volontà di garantire la continuità della gestione agricola. Questi aggiornamenti normativi contribuiscono a preservare il tessuto economico e sociale delle aree rurali, favorendo una distribuzione equa della terra e la sostenibilità del settore agricolo.