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La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per l'assegnazione della "Carta del docente" agli insegnanti precari: una svolta nella tutela dei diritti degli insegnanti temporanei

  • Immagine del redattore: Antonio De Martino
    Antonio De Martino
  • 10 feb 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

di Antonio De Martino


Un insegnate mentre fa lezione. Sotto l'immagine è visibile il logo della carta del docente.

Nell'ambito della recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, pubblicata dopo l'udienza del 4 ottobre 2023, si è fatta luce sui punti critici relativi all'assegnazione della Carta docente al personale precario.

Questo verdetto giuridico non solo conferma il diritto alla formazione continua per tutti gli insegnanti, ma stabilisce chiaramente i criteri per l'attribuzione della Carta anche ai supplenti con incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche.

Uno dei punti fondamentali affrontati dalla Corte è stato il chiarimento della natura giuridica della Carta docente, la quale è stata definita come un'obbligazione di pagamento di una somma di denaro condizionata dall'uso specifico per l'acquisto di beni e servizi formativi.

Questa qualificazione ha conseguenze importanti sulla sua distribuzione e utilizzo, garantendo che venga impiegata esclusivamente per scopi formativi, come previsto dalla normativa vigente.

La sentenza conferma che anche i docenti precari hanno diritto alla Carta docente, a patto che detengano un incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche. Questo riconoscimento estende l'accesso alla formazione continua anche al personale temporaneo, garantendo loro pari opportunità di aggiornamento professionale.

Inoltre, la Corte ha chiarito che il diritto all'utilizzo della Carta persiste anche nel caso in cui il docente precario non ottenga un incarico di supplenza nell'anno successivo.

Questo perché la cessazione della supplenza non comporta necessariamente l'uscita dal sistema scolastico, e il docente potrebbe continuare a essere incluso nelle graduatorie per le supplenze o addirittura transitare nel ruolo.

Un altro aspetto significativo della sentenza riguarda la prescrizione dell'azione per l'attribuzione della Carta docente.

La Corte ha stabilito che per i docenti precari il termine di prescrizione è quinquennale, garantendo loro lo stesso regime di prescrizione previsto per il personale di ruolo.

Questo evita discriminazioni e assicura una tutela equa dei diritti dei lavoratori temporanei.

In conclusione, la decisione della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei docenti precari e nella promozione della qualità dell'istruzione in Italia.

Garantire l'accesso alla formazione continua a tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di contratto, è essenziale per garantire un'istruzione di qualità agli studenti e per favorire lo sviluppo professionale dei docenti stessi.


Cassazione civile sez. lav., 27/10/2023, n.29961

 
 
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