La Sentenza della Corte Costituzionale n. 148 del 25 Luglio 2024: Un Nuovo Capitolo per l'Impresa Familiare e i Conviventi More Uxorio
- Antonio Cirillo
- 25 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Il 25 luglio 2024, la Corte Costituzionale italiana ha emesso una sentenza fondamentale che mette in discussione l'attuale disciplina dell'impresa familiare, con un focus particolare sugli articoli 230-bis e 230-ter del Codice Civile. Questa sentenza, che si inserisce in un contesto giuridico e sociale in continua evoluzione, offre spunti cruciali riguardo ai diritti dei conviventi more uxorio e al loro riconoscimento nell'ambito delle imprese familiari.
Contesto e Questioni Sollevate
1. Contesto del Procedimento:
La questione di legittimità costituzionale è emersa dalla Corte di Cassazione, che ha sollevato il dubbio sulla conformità degli articoli 230-bis e 230-ter del Codice Civile ai principi costituzionali e internazionali. La controversia origina da un contenzioso tra I.U., una convivente more uxorio di E.D., e i coeredi di quest'ultimo. I.U. aveva chiesto il riconoscimento della sua partecipazione all'impresa familiare di E.D., ma la sua richiesta era stata rigettata dai tribunali di merito, portando la Corte di Cassazione a sollevare la questione di legittimità.
2. Articoli Contestati:
Articolo 230-bis: Regola l'impresa familiare e definisce i familiari che vi possono partecipare, escludendo esplicitamente i conviventi more uxorio.
Articolo 230-ter: Introduce una tutela per i conviventi di fatto che prestano stabilmente la loro opera nell'impresa dell'altro convivente, ma con diritti inferiori rispetto ai familiari.
3. Motivi di Contestazione:
La Corte di Cassazione ha messo in discussione se l'articolo 230-bis possa essere interpretato alla luce dei cambiamenti sociali e giuridici per includere i conviventi more uxorio. Inoltre, si è posto il problema se l'articolo 230-ter fornisca una protezione adeguata o se l'esclusione del convivente di fatto da diritti equivalenti a quelli del coniuge costituisca una discriminazione.
Argomentazioni della Corte Costituzionale
1. Violazione di Diritti Fondamentali:
La Corte Costituzionale ha esaminato se l’esclusione dei conviventi more uxorio dall'ambito di applicazione dell'articolo 230-bis violi i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione italiana (articoli 2, 3, 4, 35 e 36), dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (articolo 9) e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (articoli 8 e 12). La Corte ha ritenuto che tale esclusione potesse compromettere i principi di uguaglianza e dignità umana, giustificando una protezione più equa per i conviventi.
2. Disparità di Trattamento:
È emerso che la normativa attuale crea una disparità di trattamento tra coniugi e conviventi more uxorio. Sebbene vi sia una differenza strutturale tra matrimonio e convivenza, i principi di uguaglianza e dignità umana avrebbero dovuto garantire una protezione più paritaria. La Corte ha riconosciuto che, mentre il matrimonio gode di diritti e tutele specifici, la convivenza di fatto merita una tutela adeguata e non inferiore.
3. Evoluzione Normativa e Sociale:
La Corte ha osservato che, nonostante l'evoluzione normativa e giurisprudenziale, la legislazione italiana non ha ancora garantito una parità di trattamento completa rispetto ai coniugi. L'articolo 230-ter, pur offrendo alcune tutele, non sembra equiparare i diritti dei conviventi di fatto a quelli dei familiari, creando una disparità ingiustificata.
Conclusioni e Implicazioni
La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 230-bis, terzo comma, del codice civile, nella parte in cui non prevede come familiare anche il «convivente di fatto» e come impresa familiare quella cui collabora anche il «convivente di fatto, dichiara, in via consequenziale, ai sensi dell'art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale dell'art. 230-ter cod. civ.
Implicazioni:
La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un momento cruciale nella riforma del diritto dell’impresa familiare e nella protezione giuridica dei conviventi more uxorio, segnando una possibile apertura verso una regolamentazione più inclusiva e moderna delle relazioni affettive e lavorative.