Limitazione della pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare
- Antonio De Martino
- 13 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Limitare la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare: salvaguardia del principio di non colpevolezza o rischio per la trasparenza e la libertà dell' informazione?
di Antonio De Martino

In un contesto in cui l'attenzione si concentra principalmente sulla protezione dei diritti degli indagati e sulla presunzione di non colpevolezza, si sta discutendo in Parlamento sulla norma che vieterebbe la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, fino al termine delle indagini preliminari e dell'udienza preliminare.
Le argomentazione a favore di questa misura includerebbero:
Protezione della presunzione di non colpevolezza: la norma mira a garantire che gli indagati non vengano esposti a un pregiudizio pubblico prima che siano conclusi le fase delle indagini preliminari e l'udienza preliminare. Ciò dovrebbe contribuire a preservare il principio fondamentale della presunzione di non colpevolezza.
Prevenzione dell'opinione pubblica influenzata: la diffusione delle ordinanze di custodia cautelare potrebbe condizionare l'opinione pubblica nei confronti dell'indagato, anche prima che venga emesso un giudizio definitivo. Limitare la pubblicazione delle ordinanze potrebbe aiutare a evitare giudizi precipitosi e linciaggi mediatici.
Conformità alle direttive europee: la norma è stata proposta con l'obiettivo di adempiere alle direttive europee sulla presunzione di innocenza e sui diritti degli indagati. Ciò riflette un impegno a livello legislativo per allinearsi agli standard internazionali in materia di giustizia e diritti fondamentali.
Garanzia di un processo equo: limitare la diffusione delle ordinanze potrebbe contribuire a garantire che il processo giudiziario si svolga in modo equo e imparziale, riducendo l'interferenza esterna e assicurando che le decisioni siano basate sulle prove presentate durante l'udienza.
Tanti sono stati coloro che hanno acclamato con favore questa iniziativa legislativa; tuttavia, non sono mancati i detrattori, parte dei quali l'hanno denominata "norma bavaglio", individuando nella stessa diversi elementi di criticità.
Importante è, dunque, soffermarsi anche sulle possibili implicazioni negative e, in particolare, su cosa potrebbe comportare la misura in parola:
Mancanza di trasparenza: limitare la pubblicazione delle ordinanze potrebbe ridurre la trasparenza del processo giudiziario, ostacolando l'accesso del pubblico alle informazioni riguardanti i casi in corso. Ciò potrebbe indebolire la fiducia nel sistema giudiziario e alimentare sospetti di opacità e favoritismi.
Minaccia alla libertà di stampa: la restrizione della pubblicazione delle ordinanze potrebbe essere vista come un'ingerenza nella libertà di stampa e nel diritto dei giornalisti di informare il pubblico su questioni di interesse pubblico. Questo potrebbe limitare il ruolo dei media come guardiani dell'accountability e della trasparenza nel contesto giudiziario.
Rischio di censura: sebbene l'intento possa essere quello di proteggere i diritti degli indagati, la limitazione della pubblicazione delle ordinanze potrebbe essere interpretata come una forma di censura preventiva, impedendo ai media di riportare informazioni rilevanti per il pubblico. Ciò potrebbe mettere a rischio il principio della libertà di espressione.
Difficoltà nell'informare correttamente il pubblico: la mancanza di accesso alle ordinanze di custodia cautelare potrebbe rendere più difficile per i giornalisti e gli operatori dei media informare correttamente il pubblico sui dettagli e lo sviluppo dei casi giudiziari. Ciò potrebbe portare a una copertura giornalistica incompleta o distorta, compromettendo la comprensione pubblica dei fatti.
In estrema sintesi, la limitazione della pubblicazione delle ordinanze cautelari potrebbe portare, da un lato, ad una migliore salvaguardia e protezione dei diritti degli indagati, al contempo, tuttavia, con il rischio di pregiudicare la trasparenza, la libertà di stampa e il diritto del pubblico di essere informato.
È per questi motivi che, ai fini di una corretto contemperamento degli interessi innanzi argomentati, risulterebbe opportuno ed auspicabile l'adozione di misure in grado di garantire un corretto bilanciamento tra la protezione dei diritti individuali e un processo giudiziario aperto e trasparente.
Il tutto non può prescindere da un approccio olistico, in grado di coinvolgere il legislatore, i media, il sistema giudiziario e il pubblico, così da garantire maggiori possibilità di trovare un compromesso equo e sostenibile.