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Superbonus e lavori incompiuti: rischi e conseguenze fiscali

  • Immagine del redattore: Antonio Cirillo
    Antonio Cirillo
  • 12 feb
  • Tempo di lettura: 2 min
Logo blu con scritta '110% Superbonus' e simbolo di una casa stilizzata sopra il numero. Rappresenta il beneficio fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici.

Negli ultimi anni, il Superbonus ha rappresentato una grande opportunità per l’efficientamento energetico degli edifici in Italia. Tuttavia, la scadenza dell’agevolazione e i numerosi cantieri rimasti incompiuti pongono interrogativi importanti sui rischi fiscali e sulle possibili soluzioni legali per proprietari e condomini.

Il problema dei lavori incompiuti e il rischio di recupero fiscale

Il Superbonus, introdotto con il Decreto Rilancio nel 2020, ha incentivato interventi di riqualificazione energetica degli edifici, vincolando l’agevolazione al miglioramento di almeno due classi energetiche. Tuttavia, molte imprese non sono state in grado di completare i lavori, lasciando numerosi cantieri a metà. In alcuni casi, si è trattato di difficoltà economiche e organizzative; in altri, di vere e proprie truffe ai danni dei proprietari di immobili.

La normativa prevede che, in assenza del completamento dei lavori e del raggiungimento del miglioramento energetico richiesto, l’Agenzia delle Entrate possa procedere al recupero delle somme indebitamente percepite. L’unica eccezione, introdotta a fine 2023, riguarda gli interventi per i quali siano stati effettuati stati di avanzamento lavori (SAL) entro il 31 dicembre 2023: in questi casi, le agevolazioni già incassate non sono soggette a recupero, anche in caso di mancata ultimazione.

Scadenza del Superbonus e riduzione delle aliquote

Il Superbonus sarà disponibile fino al 31 dicembre 2025, ma con aliquote decrescenti:

  • 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;

  • 70% per le spese sostenute nel 2024;

  • 65% per le spese sostenute nel 2025.

Va precisato che la detrazione per le spese sostenute nel 2025 sarà possibile solo se, al 15 ottobre 2024, risultano soddisfatte specifiche condizioni, come la presentazione della comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) o l’adozione della delibera assembleare di approvazione dei lavori per i condomìni.

Le possibili soluzioni legali per i proprietari

Per chi si trova con un cantiere bloccato, le opzioni legali variano in base alle specifiche circostanze del contratto stipulato con l’impresa edile:

  1. Azione per inadempimento contrattuale: Se l’impresa ha interrotto i lavori senza giustificato motivo, è possibile agire in giudizio per chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni. Tra questi, potrebbe rientrare anche il danno derivante dalla perdita delle agevolazioni fiscali.

  2. Richiesta di subentro di un’altra impresa: In alcuni casi, è possibile trovare una nuova impresa che subentri nel contratto, garantendo la conclusione degli interventi entro la scadenza del Superbonus (fine 2025). Tuttavia, questa operazione può risultare complessa, soprattutto per le difficoltà di reperire aziende disponibili.

  3. Azione contro eventuali truffe: Se vi sono sospetti di irregolarità o di frode da parte dell’impresa (ad esempio, emissione di fatture per lavori mai eseguiti), è possibile presentare denuncia alle autorità competenti per ottenere giustizia e tentare di recuperare quanto speso.

  4. Richiesta di rinegoziazione o mediazione: Prima di intraprendere un contenzioso giudiziario, può essere utile tentare una mediazione con l’impresa per trovare una soluzione che consenta la ripresa dei lavori.

Conclusioni

La scadenza del Superbonus e i cantieri incompiuti stanno creando notevoli difficoltà per i proprietari di immobili. Se da un lato la legge prevede il recupero delle agevolazioni in caso di lavori non ultimati, dall’altro è possibile tutelarsi attraverso azioni legali mirate. La soluzione ideale resta sempre quella di portare a termine gli interventi, ma nei casi più complessi è fondamentale valutare attentamente le strategie giuridiche migliori per limitare i danni economici e fiscali.

 
 
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